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GALLERIA DEI RESIDENTI

conversazioni

Samantha Passaniti _ self portrait

|3| Samantha Passaniti Visual artist 26.05.25 / 1.06.25

"E' come se trovassi sempre delle analogie tra il pensiero, la vita e i materiali che mi circondano. Nelle mie opere, materia e concetto sono profondamente intrecciati e mi permettono di riflettere sull’esistenza e sul nostro ruolo nella vita. È una riflessione che va sempre in parallelo con la nostra funzione all’interno dell’ambiente naturale: vedere l’uomo come un essere inserito nella natura esattamente come qualsiasi altro elemento".

Terra di Sinalunga

|3| Samantha Passaniti 25.05.25 / 1.06.25

Riaffiorare

Samantha Passaniti Coloranti vegetali ed energia solare su carta cm24x18

  • Come artista, mi ancoro a dei principi saldi. Innanzitutto, c'è un forte collegamento con il mondo naturale, che si riflette soprattutto nei materiali che utilizzo, una ricerca legata ai materiali di scarto, di recupero e di origine naturale, che lavoro e assemblo. E c’è sempre un collegamento anche con i luoghi in cui queste pratiche avvengono. Ho bisogno di avere a disposizione una serie di materiali attraverso i quali fare delle riflessioni. È come se trovassi sempre delle analogie tra il pensiero, il vivere, e le materie che mi circondano. Con queste realizzo oggetti, opere pittoriche, installative, scultoree, che mandano dei messaggi. Le due cose – materia e concetto – sono strettamente connesse, perché attraverso queste opere rifletto sull’esistenza, sul nostro ruolo nella vita. È una riflessione che va sempre in parallelo con la nostra funzione all’interno dell’ambiente naturale: vedere l’uomo come un essere inserito nella natura esattamente come qualsiasi altro elemento.

  • Direi che “artista visiva” è la definizione che racchiude meglio tutto quello che faccio. Per studi e formazione vengo dalla pittura ma in realtà il mio lavoro non ha più a che fare solo con il dipingere, anche se alcuni aspetti restano. I pittori del Medioevo, per esempio, usavano materiali naturali: i pigmenti, i colori, non sono altro che risorse naturali. Nella mia pratica c’è un aspetto iniziale, direi quasi performativo, legato alla ricerca nei luoghi e all'esecuzione delle opere stesse, che non sono riconducibili a una sola disciplina: lavoro in spazi aperti con installazioni spesso inserite nell’ambiente naturale, a volte realizzo anche video.

  • Fin da subito la natura è stata centrale, anche quando ancora dipingevo. Ho iniziato dipingendo e osservando la natura: il paesaggio era già il tema principale. Poi è nata l’esigenza non solo di osservarlo, ma di entrarci dentro, catturarne gli aspetti materiali. Da lì, in modo molto naturale, i materiali hanno iniziato ad emergere dalla superficie, a diventare più presenti nello spazio. È stato un percorso in crescendo: ho iniziato a lavorare con elementi vivi della natura, come vegetali, piante viventi, e poi da lì è nata anche l’esigenza di installare le opere nello spazio naturale.

  • Ci sono tante domande che mi muovono in questo momento. A livello tecnico, sono molto stimolata nella ricerca di nuove materie, nuove tecniche, che spesso partono da una tradizione, ma che io poi in qualche modo trasformo. Dal punto di vista concettuale, rifletto molto su come, in questo momento storico, io – essere umano e artista – possa dire qualcosa. Faccio fatica a immaginare di dire qualcosa che non sembri banale, rispetto ai fatti che accadono. La grande domanda forse è questa.

  • Il mio lavoro è una ricerca continua. Non ho una pratica fissa che ripropongo. È tutto in divenire: quello che faccio oggi probabilmente domani si trasformerà. Adesso, per esempio, mi sto focalizzando sulle tinture naturali. Tutto quello che faccio è legato da un filo conduttore: è esteticamente coerente, perché proviene da me, dalla mia esperienza esistenziale. Mentre vivo e faccio esperienza, porto avanti il lavoro che diventa quindi, una sorta di diario di vita. Da quando ho cominciato a raccogliere frammenti di terra, vegetali, minerali, ho capito l’importanza della geografia dei territori. Nei miei lavori cito sempre i luoghi da cui ho preso i materiali. Non mi interessa il materiale fine a se stesso, ma il viaggio che mi ha condotto a incontrarlo, la scoperta. La raccolta diventa un pretesto per scoprire nuovi luoghi, viaggiare, stare in natura. Nell’ultimo anno ho sviluppato la ricerca verso i coloranti vegetali, studiando la tradizione pittorica e la cromatologia. Volevo arrivare alla radice, procurarmi i materiali dalla fonte primaria. Così ho progettato un piccolo orto nel mio studio e ho iniziato a piantare piante dalle quali estrarre i colori. 

  • La residenza per me è sempre un’occasione importante perché mi ritrovo in un nuovo luogo. Stare a La Cap è stata l’occasione per esplorare non solo la Capacciola ma anche i territori attorno. Questa è una pratica che porto avanti ogni volta che mi sposto. Ho raccolto un campione di terra che ho già iniziato a usare facendo delle sperimentazioni su carta. La terra che ho trovato in questa zona della Valdichiana ha una tipologia bruna, molto scura e fredda, che è una cosa rara: di solito le terre hanno un sottotono caldo, tendente all’arancio o al rosso. Queste no, erano fredde. Ho prelevato un piccolo campione che tengo, catalogo, in parte uso e in parte resta come documentazione perchè i interessa creare una sorta di mappatura di tutti i luoghi visitati e degli elementi che raccolgo.

  • Quando sono fuori dalla routine quotidiana, ho delle abitudini. Mi sveglio e la mattina lavoro in studio, nel pomeriggio spesso faccio perlustrazioni nei dintorni o con la macchina, per vedere il paesaggio, capire il territorio. Mi lascio anche del tempo solo per pensare. Gran parte del mio lavoro è riflessione. La parte pratica, anche se breve, è carica del tempo precedente passato a pensare, a riflettere su aspetti concettuali e tecnici.

  • Per quello che faccio io, la location della residenza è ideale: immersa nella natura, mi ha permesso di vivere gli spazi della natura intensamente. Ho sfruttato la possibilità di lavorare all’aperto, ma anche all’interno, con connessione internet e altri servizi, che mi hanno permesso di portare avanti con tranquillità anche la parte di studio e lettura. 

© da una conversazione con Samantha Passaniti a cura di Silvia Giordano

Samantha Passaniti (Monte Argentario, 1981) è un’artista visiva con una pratica che intreccia paesaggi e materiali naturali. Vive e lavora tra Monte Argentario e Roma, ma la sua ricerca è nomade: attraversa territori, li osserva, li ascolta, raccoglie frammenti di terra, pigmenti, fibre vegetali per trasformarli in opere pittoriche, scultoree e installative. I suoi lavori riflettono un dialogo tra interiorità e ambiente, tra esperienza esistenziale e cicli naturali. La sua residenza a La Cap è stata curata e sostenuta da Galleria Ipercubo e Iperstudio come momento conclusivo del percorso di formazione Becoming Artful.

ISCRIVITI

La Cap Re|Hub
via della Capacciola, 178

 

53048 Sinalunga

 

Siena - Italia

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